Rischio nucleare
In Italia esistono quattro impianti nucleari che hanno cessato la loro attività a seguito dell’incidente di Chernobyl, nel 1986, e la successiva moratoria sull’impiego del nucleare a uso pacifico con il referendum del 1987, e ora sono in fase di disattivazione.
Ma il nostro Paese è ugualmente dotato di un Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari per fare fronte a incidenti che possono accadere a impianti nucleari collocati al di fuori dell’Italia. Esistono 13 impianti nucleari, in Francia, Svizzera, Germania e Slovenia, posti a meno di 200 chilometri dal confine italiano.
Altre fonti di rischio radiologico e nucleare presenti sul territorio nazionale sono legate all’utilizzo, al trasporto e allo smaltimento di materiale radioattivo impiegato principalmente in ambito medico, industriale e di ricerca, alla presenza di impianti di ricerca e alla sosta, in alcuni porti italiani, di navi o sottomarini a propulsione nucleare battenti bandiera straniera. Tali rischi sono gestiti dai Piani di emergenza locali, preparati dalle Prefetture competenti.