Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive del passato. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli.

Nel 1538 si è verificata l’ultima eruzione che, pur essendo fra le minori dell’intera storia eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di quiescenza di circa 3000 anni e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 m.
Da allora la caldera è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo.

In particolare, la caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo che consiste in fasi di lento abbassamento del suolo, alternate a fasi di sollevamento più rapido. Il sollevamento può essere accompagnato da attività sismica con eventi che generalmente non raggiungono magnitudo elevate, ma che, essendo molto superficiali si avvertono facilmente e possono causare danni a infrastrutture ed edifici.

Le maggiori crisi bradisismiche recenti si sono avute nei periodi 1970-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e centinaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città. Dal 2005 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in questi anni, si è innalzato di oltre un metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.

Dal 2012 il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici monitorati dalle reti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Vesuviano (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo) hanno reso opportuno innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.

Lo stato di attività del vulcano e il fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei sono in costante evoluzione. 

Di norma, ogni mese, il Dipartimento della protezione civile organizza videoconferenze per la valutazione dello stato di attività del vulcano e del livello di allerta con i Centri di competenza preposti al monitoraggio dell’attività vulcanica sui Campi Flegrei: l’Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e l'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Cnr-Consiglio Nazionale delle Ricerche. Alle videoconferenze partecipa anche la Direzione generale per il governo del territorio, i lavori pubblici e la protezione civile della Regione Campania e il Centro Studi PLINIVS dell’Università di Napoli Federico II, Centro di Competenza del Dipartimento per gli studi sulla vulnerabilità sismica e vulcanica.

Sulla base delle fenomenologie e delle valutazioni di pericolosità rese disponibili dai Centri di Competenza, il Dipartimento della protezione civile dichiara i livelli di allerta in stretto raccordo con la struttura di protezione civile della Regione Campania, sentito il parere della Commissione Grandi Rischi - Settore Rischio Vulcanico. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Gli esiti delle videoconferenze sono consultabili in fondo a questa pagina, nella sezione “Allegati”. L'ultimo rapporto disponibile è di settembre 2023 poiché, a seguito dell'intensificarsi della crisi bradisismica in atto, da ottobre 2023 si è riunita più volte la Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi che ha confermato, anche nell'ultima seduta del 1 e 2 marzo 2024, il livello di allerta giallo per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei.

La zona rossa è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. È infatti esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto; parte dei Comuni di Giugliano in Campania e di Marano di Napoli; alcuni quartieri di Napoli: Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta e parte dei quartieri di San Ferdinando, Posillipo, Chiaia, Arenella, Vomero, Chiaiano e Montecalvario.
Nell'area vivono circa 500mila abitanti.

La zona gialla è l’area, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato, Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, San Ferdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno, Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale. 
Nell'area vivono oltre 800mila abitanti.

Per maggiori informazioni sulla pianificazione nazionale di emergenza per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei e consultare la mappa dove sono individuate zona rossa e zona gialla, è possibile leggere questo approfondimento.

I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica e presentano un rischio molto elevato sia per la pericolosità dei fenomeni vulcanici che per la presenza di numerosi centri abitati nell’area, oltre alla  loro immediata vicinanza alla città di Napoli.

La definizione della pericolosità ai Campi Flegrei incontra maggiori problemi rispetto ad altri vulcani. Per la definizione di uno scenario eruttivo è infatti necessario determinare il tipo di eruzione più probabile, con le relative possibili fenomenologie attese, nonché la probabilità di apertura di bocche eruttive in zone diverse della caldera, che ovviamente condiziona la potenziale distribuzione dei prodotti sul territorio. Nei Campi Flegrei, infatti, a differenza di quanto avviene nei vulcani con apparato centrale, l’area di possibile apertura di bocche eruttive è molto ampia.

Si prevede comunque che una futura eruzione ai Campi Flegrei possa generare diverse fenomenologie, riassumibili essenzialmente nel lancio di bombe e blocchi di grosse dimensioni nell’immediato intorno del centro eruttivo, nello scorrimento di flussi piroclastici nel raggio di alcuni chilometri, nella ricaduta di ceneri e lapilli a distanza anche di molti chilometri. Per quanto concerne quest’ultimo fenomeno occorre considerare che, a differenza del Vesuvio, la città di Napoli si trova sottovento rispetto alla direzione dei venti dominanti e sarebbe pertanto verosimilmente coinvolta.

Il sistema di monitoraggio dei Campi Flegrei, gestito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Vesuviano, tiene costantemente monitorati i parametri relativi alla sismicità, alle deformazioni del suolo e alle caratteristiche fisico-chimiche delle fumarole. I dati relativi al monitoraggio dell'area vulcanica dei Campi Flegrei sono trasmessi al Dipartimento e costantemente aggiornati sul sito dell'Ingv – Sezione Osservatorio Vesuviano.

Oltre all’INGV contribuisce al monitoraggio satellitare delle deformazioni del suolo anche  l'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Cnr-Consiglio Nazionale delle Ricerche. Inoltre, il Centro Studi per l’ingegneria idrogeologica, vulcanica e sismica dell’Università di Napoli Federico II – PLINIVS  svolge attività di ricerca sulla vulnerabilità degli elementi esposti ai fenomeni vulcanici nell’area flegrea.

La storia eruttiva dei Campi Flegrei è dominata da due grandi eruzioni: l'eruzione dell’Ignimbrite Campana - avvenuta 39.000 anni fa - e l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano, che risale a 15.000 anni fa. A seguito di queste eruzioni si sono verificati due episodi di sprofondamento che, sovrapponendosi, hanno dato origine ad una caldera complessa che oggi rappresenta la struttura più evidente dell’area flegrea.

Durante l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, la più violenta dell’area mediterranea con un volume di magma emesso tra i 100 e i 150km3, le colate piroclastiche hanno sepolto due terzi della Campania sotto una spessa coltre di depositi di tufo. In questa occasione, si è verificato un primo sprofondamento dell’area sovrastante la camera magmatica che ha dato origine alla caldera, successivamente invasa dal mare.

L’eruzione del Tufo Giallo Napoletano in cui il volume di magma emesso è stato pari a 20-30km3 ha provocato la formazione di una caldera più piccola, contenuta all’interno della prima.

Negli ultimi 15.000 anni si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. L’ultima eruzione, avvenuta nel 1538 dopo un periodo di stasi di circa 3.000 anni, è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri e ha dato origine al vulcano Monte Nuovo, un monte alto circa 130m sulla sponda orientale del lago di Averno.

Oggi l’area flegrea è sede di un’importante attività fumarolica, accompagnata da attività sismica, e del fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo.

Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1970-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e migliaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città. Dal 2005 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in 18 anni, si è innalzato di oltre un metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.

Dal 2012 a oggi, le variazioni di alcuni parametri monitorati nell’area della caldera (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione chimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo) hanno reso opportuno innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione

Decreto del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare del 26 febbraio 2024, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze
Approvazione del Piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico

Nota del Capo del Dipartimento del 12 dicembre 2023
DL n.140/2023 - art. 4. Trasmissione del documento di Pianificazione speditiva di emergenza per l'area del bradisismo

Legge di conversione n. 183 del 7 dicembre 2023
Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei

Delibera Regione Campania n. 679 del 23 novembre 2023
Art. 3 del decreto-legge 12 ottobre 2023 n. 140 - Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei. Piano della comunicazione alla popolazione.

Decreto-legge n. 140 del 12 ottobre 2023
Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei

Delibera della Giunta Regionale n. 187 del 19 aprile 2023
Rischio vulcanico Campi Flegrei. Percorsi per l'allontanamento assistito e per l'allontanamento autonomo della popolazione dalla Zona Rossa

Delibera Regione Campania n.547 del 4 settembre 2018
(Pianificazione di allontanamento, approvazione aree di incontro e cancelli).

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 giugno 2016
Disposizioni per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei.
(All'interno zona rossa, zona gialla e Mappa dei gemellaggi)

Decreto del Capo Dipartimento del 2 febbraio 2015
Indicazioni alle Componenti e alle Strutture operative del Servizio Nazionale per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza ai fini dell’evacuazione cautelativa della popolazione della zona rossa dell’area vesuviana.
(Indicazioni valide anche per i Campi Flegrei